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Redazione
Con il termine lavoro 4.0 intendiamo l’insieme dei processi di digitalizzazione e trasformazione delle imprese e dei loro processi produttivi.
Il lavoro 4.0 è ormai la miglior strategia aziendale e modello di business con cui guardare al futuro del nostro Paese, soprattutto dal punto di vista della trasformazione digitale. Infatti, in questa “quarta rivoluzione industriale” le tecnologie sono la chiave per accelerare il cambiamento.
Tuttavia, non basta la conoscenza di quest’ultime o certi tool high-tech, non bisogna infatti dimenticarsi del profondo legame tra persone e tecnologia: prima di ogni processo economico o produttivo vi sono gli esseri umani, le loro esperienze e il loro bisogno di cambiamento.
La stella polare è e rimane l’esperienza della persona, la possibilità e necessità di generare un sistema che non perda mai di vista il benessere e l’armonia della persona calata nella sua nuova modalità lavorativa.
Perciò guardare ad una trasformazione digitale che non concepisca l’insieme di questi processi risulterà inefficace, in altre parole: non basta dotare le persone del tool giusto ma bisogna cambiare anche processi, abitudini, comportamenti e soprattutto mindset!
Le tre rivoluzioni industriali hanno modificato completamente i processi produttivi e le modalità di lavoro del XIX e XX Secolo. Una cosa simile sta accadendo anche al giorno d’oggi con i processi digitali, la tecnologia si è sicuramente evoluta ma è mutato profondamente anche il modo di lavorare.
Infatti, se da un lato ci sono preoccupazioni verso i processi di automazione e di intelligenza artificiale dall’altro si fa avanti sempre di più una maggior consapevolezza verso la work-life balance, soprattutto tra i lavoratori più giovani. A questo processo ha sicuramente contribuito l’emergenza Covid-19 dove molte persone hanno avuto modo di sperimentare non solo nuove modalità di lavoro ma anche un nuovo approccio che mette in primo piano l’importanza della qualità della vita rispetto ad una spinta unidirezionale verso la produttività.
Questo ci viene confermato anche da un sondaggio di Gartner, nel quale il 65% dei lavoratori ha dichiarato di aver iniziato a riflettere molto più sul ruolo del lavoro all’interno della propria vita.
Perciò, con il delinearsi di queste prospettive e soprattutto guardando all’acquisizione dei talenti, le le organizzazioni dovranno mettere in campo delle azioni legate maggiormente all’employee value proposition, all’equilibrio tra lavoro e vita privata, alla leadership gentile e soprattutto ad un mindset mettendo al centro la persona nella sua esperienza di lavoro ed i suoi valori.
Secondo una ricerca pubblicata da Sd Work, società di servizi di outsourcing del personale, tra le azioni da mettere in pratica per valorizzare i propri dipendenti vi è soprattutto la formazione continua.
La formazione continua diventa quindi non solo una attività capace di generare upskilling o reskilling nel caso, ad esempio, della digitalizzazione e delle capacità tecnologiche, ma anche un vero e proprio aspetto valoriale di una impresa, che sta prendendo un posto sempre più cruciale soprattutto in relazione alla gestione più efficace del tempo delle persone.
Il lavoro 4.0 ci pone infatti davanti ad una serie di cambiamenti repentini per i quali sono necessarie nuove competenze e nuovi approcci.
Come affrontare quindi il tema della formazione continua in modo che sia un aspetto soprattutto di valore per i propri dipendenti e non l’ennesimo task della to do list?
Un aiuto può arrivarci dal nudging, un incoraggiamento o spinta gentile verso una determinata azione da eseguire, ovviamente nel rispetto della libertà individuale e del comportamento di ciascuno, accompagnato dalla nuova formulazione dei contenuti formativi sul modello del micro-self learning.
Nel caso della formazione, infatti, è possibile applicare la nudge theory per costruire dei percorsi di apprendimento unconventional, che risultino più efficaci in quanto basati sul learning by doing e soprattutto con la richiesta di minor effort da parte dei dipendenti.
hi | habit-inspiring platform è una digital coach che sfrutta proprio questi principi per generare dei percorsi di attivazione e comunicazione esperienziali, che rendono semplice e sostenibile nel tempo l’apprendimento e soprattutto il cambiamento.